Sono sette i ragazzi, del Lazio, che scenderanno in campo per difendere i colori dell'Italia nello Csio giovanile di Lamprechtshausen , Austria, dal 21 al 25 maggio.
Vittoria Olivieri con Carmina e con Grossino farà parte della squadra Young Riders; Neri Pieraccini con La Luna 0189, Priscilla Pigozzi Garofalo con Poetic Justice Cassio e Sofia Manzetti con Rock Dee Jay nella squadra Pony. A titolo individuale nella cat. juniores ci saranno Bianca Gresele con Fixdesign Lovestar e con Giselle 96 e Luigi del Prete (in attesa di conferma) con L.B. Castello e con Cheringo Maris Z. Mentre nella cat. pony, sempre a titolo individuale, scenderà in campo Sara Morucci con The Whispering Bush.
Degno di nota è il fatto che quattro ragazzi, che parteciperanno a questa prestigiosa Coppa, sono allievi del "Roma Pony Club".
Per questo motivo abbiamo posto alcune domande all' istruttore Antongiulio Pieraccini.
Che cosa vuol dire essere l’istruttore in un circolo in cui quattro atleti sono stati scelti per partecipare, in rappresentanza dell’Italia, alla Coppa delle Nazioni a Lamprechthausen?
Significa essere soddisfatti per aver lavorato benissimo; è sicuramente un fatto inusuale che vengano scelti
ben quattro giovani, tra amazzoni e cavalieri, appartenenti allo stesso Circolo Ippico. Ribadisco che è un grande piacere sia da un punto di vista professionale che per il forte legame che mi lega ai miei allievi.
Con quali accorgimenti hai preparato i ragazzi?
Sono dell’idea che il lavoro in piano sia importante, ma ancor più importante è che i ragazzi capiscano quello che devono fare. Credo sia importante essere istruttori e non balie, perché, se un ragazzo riesce ad arrivare a questi livelli, è anche pronto ad una certa autonomia in quanto fa qualcosa che vuole veramente. L’istruttore deve spiegargli più volte le cose che non capisce, aiutarlo a comprendere fino in fondo quello che gli è richiesto da un certo tipo di prestazione, ma poi non può più ripetere continuamente “abbassa il tallone, stai dritto, mani ferme …e così via”. Quando è chiamato per affrontare una Coppa delle Nazioni queste cose le deve aver già assimilate da tempo. Li sostengo e li aiuto, anche con molta pazienza, in tutto quello che può servire per compensare la mancanza di esperienza; do loro una mano dalla logistica, alla scuderia e fino all’alimentazione del cavallo. Quindi non solo lavoro in piano e salti, ma una preparazione a 360°.
L’addestramento atletico del cavallo come avviene?
Ci sono cavalli che escono dal box anche due o tre volte al giorno, ce ne sono altri che devono riposare di più.
Ognuno di loro ha bisogno di una preparazione atletica diversa a seconda delle caratteristiche di età, allenamento e temperamento. Bisogna capirli bene e aiutarli a superare le eventuali difficoltà che pregiudicherebbero la buona riuscita di una gara. Ci sono cavalli-campioni un po’ più acciaccati che non devono saltare se non quando è proprio richiesto perché chiaramente hanno maggiori probabilità di infortunarsi e, di conseguenza, rendere meno. Altri, invece, necessitano di esercizi particolari per eliminare gli eventuali
difetti acquisiti nel tempo. E’ un lavoro lungo e minuzioso che svolgo con piacere.
Quando prepari gli atleti per una gara di questa importanza li fai saltare più spesso o come in un allenamento normale?
Svolgo un lavoro costante nel tempo; tutti i risultati ottenuti sono frutto di esercitazioni programmate e regolari; è normale che, prima di una gara impegnativa, uno si dedichi ad un’attività di rifinitura che serve a limare le eventuali imperfezioni e ad aggiustare quello che non è corretto.
Tu sei favorevole agli stage con altri tecnici?
Sì, se c’è dialogo tra l’istruttore ed il tecnico che tiene lo stage. Ho fatto un percorso con il tecnico federale, Gianluca Bormioli, che mi è stato di grande aiuto e ha portato grandi risultati per i ragazzi. Ho travato in lui una persona seria con cui ho lavorato in armonia. Il problema dell’equitazione è che spesso questo non succede e se c’è un conflitto sono gli atleti a pagarne le conseguenze.
Ti aspettavi questa convocazione o è stata una sorpresa?
Me l’aspettavo, ma è stata una sorpresa che siano stati convocati tutti nello stesso CSIO. Immaginavo che tutti prima o poi sarebbero stati convocati perché stavano e stanno ottenendo dei risultati importanti che ad un certo punto avrebbero dato loto l’opportunità di partecipare ad uno CSIO.