Alla cortese attenzione del dott. Fernando Canonici
Pur avendo ricevuto solo per conoscenza, ritengo doveroso rispondere senza particolari difficoltà ai rilievi mossi dalla lettera del dott. Canonici trattandosi a mio avviso di “accuse”:
1) fuori luogo ed esorbitanti rispetto all’attività istituzionale del Comitato, quando lamenta uno scarso afflusso ai concorsi organizzati dal Cassia Antica;
2) irragionevoli e tecnicamente errate, quando, da veterinario, si spinge a fare valutazioni sulla qualità dei campi gara della nostra Regione;
3) ingiuste ed intollerabili, quando solleva il tema del conflitto di interesse all’interno del Comitato Regionale.
1) Veniamo alla prima delle lamentele del dott. Canonici:
ai concorsi organizzati dal Cassia Antica Country Club non si registra il “tutto esaurito” (cioè non partecipano almeno 400 cavalli!)
Sorprende come un professionista di livello come Ferdinando Canonici non abbia ancora compreso, a mio avviso, la dinamica del calendario del salto ostacoli nel nostro Paese.
Come noto, il Comitato Regionale di fatto NON gestisce nessun calendario che, invece, si forma secondo un criterio puramente commerciale e basato sulla libera concorrenza in ottemperanza alle disposizioni della FISE centrale. Peraltro, le pochissime date che si rendono disponibili dopo l'elaborazione del calendario nazionale, non vengono decise unilateralmente dal Comitato Regionale ma sono concordate nell’ambito di una riunione aperta tra i Comitati Organizzatori, nella più assoluta trasparenza e con principi ampiamente condivisi.
E’ altrettanto noto che, al giorno d’oggi anche nel mondo dei concorsi del salto ostacoli vige il principio della “libera concorrenza” che impone la massima qualità dei servizi erogati, una efficace strategia nella scelta delle date dei concorsi e, in particolare, l'affidamento dell’attività di gestione ai tecnici effettivamente qualificati. E’ infatti sotto gli occhi di tutti (o quanto meno dei più attenti) che, anche a causa degli elevati costi del nostro sport, l’utenza dimostra di essere disposta a sostenere oneri economici solo a fronte di servizi del miglior livello possibile. Un modesto afflusso di utenza ad un concorso, a mio avviso, si spiega nella mancanza di uno o più di questi elementi.
In questo contesto il Comitato Regionale non è rimasto passivamente a guardare ma è intervenuto, ormai da qualche anno, facendo tutto quanto in suo potere affinché i comitati organizzatori dei concorsi raggiungessero un'intesa nella programmazione dei concorsi nella nostra Regione. La ratio dell’intervento del Comitato è quella di attenuare e mitigare l’approccio puramente commerciale (senz’altro legittimo) dei comitati organizzatori nella formazione del calendario. Questi sforzi non sempre sono stati ripagati da risultati incoraggianti perché i vari Comitati Organizzatori, secondo il citato principio della libera concorrenza, alla fine hanno preferito “correre da soli” piuttosto che accordarsi tra loro.
Quanto al preteso mancato raggiungimento del target dei “400” cavalli a concorso, vorrei ricordare che l’esordio del Cassia Antica Country Club come comitato organizzatore di concorsi di salto ostacoli, fortemente caldeggiato dal Comitato Regionale Lazio, vide la partecipazione entusiasta di oltre 500 cavalli in occasione del primo concorso organizzato nel 2010. Non ricordo tuttavia in quel periodo particolari lamentele da parte del Cassia Antica e del dott. Canonici rispetto alla gestione del Comitato Regionale Lazio, mentre ricordo le numerose lamentele ricevute dall’utenza che aveva partecipato a quel concorso e puntualmente riportate al Comitato Organizzatore per le dovute e necessarie riflessioni.
Negli anni seguenti (cioè solo il 2011!) ci sarebbe stato un calo di iscritti. Per analizzare correttamente questo trend negativo, invito il dott. Canonici a consultare le statistiche relative all’andamento degli iscritti ai concorsi di salto ostacoli in Italia a partire dal 2011. Dalle stesse emerge con chiarezza che la diminuzione dei numeri dei partecipanti ha riguardato tutti i comitati organizzatori non solo della Regione ma di tutto il Paese. Basti pensare che, ad oggi, i concorsi con oltre 350 cavalli sono pochissimi.
Pur non volendo ingerire nel senz’altro valido “business plan” predisposto dai tecnici che affiancano il dott. Canonici nella gestione del Cassia Antica, mi permetto di rilevare che basare i propri obiettivi imprenditoriali su una partecipazione media a concorsi di almeno 400 cavalli è stata ed é una previsione quanto meno poco prudente e che probabilmente denota scarsa conoscenza della tipologia di attività.
2) Passo ora alla seconda delle lamentele: perché il Cassia Antica non è stato scelto per le selezioni di Piazza di Siena.
La commissione S.O. (composta dai tecnici Gigli, Coata e Sorgoni) e non il Consiglio Direttivo, ha in piena autonomia deciso, dopo attenta ponderazione, a quali comitati organizzatori affidare le tappe di selezione basandosi, principalmente, sui seguenti due criteri:
(i) in primo luogo è stata fatta una verifica delle date più adatte di concorsi nazionali organizzati negli impianti in Regione, cercando di distanziare con intervalli simili i tre appuntamenti prima di Piazza di Siena;
(ii) in secondo luogo, in caso di più impianti con concorsi nelle date utili, si è scelto di applicare il criterio del campo in sabbia migliore, o meglio, più simile a quello di Piazza di Siena.
La possibilità di includere il Cassia Antica tra queste tappe è stata valutata relativamente al concorso programmato ad aprile (infatti nelle due ultime settimane di marzo e a maggio il Cassia Antica non ha concorsi in programma). In aprile si è registrata una concomitanza con Casale San Nicola. Pertanto si è passati a valutare il migliore campo in sabbia.
Non ho di certo la pretesa di improvvisarmi “esperto di terreni di gara” come altri ma credo che il buon senso (e anche un po’ di sano fair play sportivo) portino chiunque a ritenere che il campo di San Nicola (in sabbia silicea come Piazza di Siena e unico nella regione ad essere stato realizzato dalla ditta tedesca Otto) sia preferibile al campo in sabbia del Cassia Antica, anche soltanto per dimensioni. Ugualmente in questo caso la regola della qualità del servizio ha prevalso.
3) Da ultimo mi soffermo sulle lamentele in ordine al preteso conflitto di interessi in seno al Consiglio Direttivo del Comitato.
Il Consiglio Direttivo, che ho l’onere e l’orgoglio di presiedere, da anni si distingue per la massima trasparenza. Tutte le decisori vengono adottate con il metodo collegiale e sono nella stragrande maggioranza dei casi assunte e a larghissima maggioranza (ricordo che il consiglio è composto da 10 membri).
Il contenuto delle delibere è minuziosamente descritto nei verbali delle riunioni che, per la prima volta dal 2008, sono disponibili on line sul sito del comitato così come i dati di bilancio.
Le commissioni tecniche e i referenti di settore sono sganciate dal circuito della politica e operano in assoluta autonomia. Ogni loro decisione è presa nella massima libertà ed indipendenza tecnica e, nei casi più rilevanti (come per la formazione dei programmi) deve risultare da atto scritto, anch’esso pubblicato sul sito.
Sul tema della trasparenza siamo stati i pionieri sin dal 2008 e ancora oggi non siamo secondi a nessun altro Comitato e neppure alla FISE centrale.
Questo impegno assoluto alla trasparenza, di cui io stesso sono garante in prima persona, ci dà la serenità di poterci avvalere di consiglieri competenti e tecnici qualificati senza nessun timore di agire in conflitto di interesse.
Le critiche del dott. Canonici sono quindi fuori luogo e concettualmente sbagliate: avere dei consiglieri competenti ed operanti nel settore non vuol dire automaticamente che essi agiscano in conflitto di interesse, né tantomeno che le decisioni prese poi da tutto il Consiglio Direttivo siano tali. Se così fosse si giungerebbe al ridicolo e svilente paradosso che le persone più competenti e preparate del nostro mondo non potrebbero ricoprire cariche direttive (peraltro elettive, cioè scelte). Avremmo quindi una classe dirigente di bassissimo profilo che non gioverebbe a nessuno. La mia scelta, invece, è stata quella di non rinunciare ad avere un consiglio di persone serie e competenti assicurando, con lo strumento della trasparenza di gestione, un operato equilibrato, corretto ed imparziale.
In considerazione di quanto sopra, non solo nella mia qualità di Presidente del Comitato Regionale ma anche in quella di uomo di sport e del rispetto delle regole, invito pubblicamente il Dott. Canonici a dichiarare ma soprattutto a dimostrare le presunte illegittimità adottate dal Comitato Regionale, in modo da dimostrare con i fatti che le lamentele sollevate con cotanta veemenza non avessero finalità meramente strumentali. In caso contrario lo invito a porgere le scuse a tutto il Consiglio Direttivo, ai referenti e a tutti coloro che operano, a titolo gratuito, nell’interesse esclusivo dei tesserati della Regione Lazio.
Il Presidente
Giuseppe Brunetti