"Oggi Giuseppe Moretti, mentre parlavamo della scomparsa di Albino Garbari mi ha detto «Se ne è andato uno degli ultimi uomini di cavalli veri».
Questo è stato Albino: un uomo di cavalli vero. Un po' Purosangue, un po' Maremmano, a volte (ma raramente) anche un po' Anglo-Arabo-Sardo... Ruvido, timido, di poche parole e di tanti fatti. Come non ce ne sono rimasti molti. In questo Moretti ha ragione...
L'ultima volta che l'ho incrociato non lo vedevo da 10 anni, eppure era esattamente uguale a se stesso. L'Albino di sempre. Forse un po' più curvo e forse un po' 'seccato' perché era a vedere un cross a Montelibretti e sicuramente in cuor suo, immagino io, avrà pensato che invece avrebbe potuto disputarsi ai 'suoi' Pratoni. Ma sì, solo questione di tempo... Peccato che il tempo non aspetta e che non abbia regalato a un uomo tanto dedicato la possibilità di ripercorrere con gli occhi e con il cuore i 'suoi' percorsi del Cef.
Non so perché, ma è da ieri che mi ronza una frase nelle orecchie... È la bella voce di Adriano Capuzzo che dice: «E chi glie lo dice ad Albino adesso...». Chi glie lo dice ad Albino adesso... L'eredità che Albino generosamente lascia al mondo dei cavalli è un monumento per chi lo vuole vedere e per tutti coloro che con il loro impegno continueranno a dargli lustro. Nel suo immenso sapere delle cose dei cavalli, non c'è mai stata ostentazione. I suoi Pratoni, i suoi salti, il suo completo, la sua personalità pulita e un po' schiva, la sua intera vita tra i cavalli, i valori che ha saputo dimostrare prima che raccontare sono perle da custodire tra i gioielli più preziosi".
Liana Ayres
(ph Massimo Argenziano)