Nel dar seguito alla lettera inviata al Presidente Carlo Nepi e diffusa attraverso canali social dalla Signora Paola D'angelo, il Comitato Regionale Lazio intende fornire elementi utili a completare il quadro  descritto nella suddetta lettera.
Innanzitutto nel citare le norme del regolamento che prevedevano come gare di visione le altezze fino alla 110, così come indicato dalla Signora D'angelo, sottolineiamo che  il Regolamento dei Campionati Regionali Indoor, nella parte riguardante i CRITERI DI DEFINIZIONE SQUADRE REGIONALI CAVALLI E PONY prevedeva anche che: "...la definizione delle squadre dei suddetti livelli sarà operata su una base più ampia di valutazione - quale prerogativa delle Commissioni - che si estenderà anche ai binomi che NON prenderanno parte ai Campionati Regionali. La gara di visione andrà quindi a completare il quadro complessivo dal quale scaturiranno le scelte da parte delle Commissioni, la partecipazione non è obbligatoria e le classifiche avranno valore specifico e vincolante solo ai fini dell’assegnazione dei titoli Regionali.", dal che si evince che nessun diritto di inserimento automatico nelle squadre per Pontedera potesse derivare dal piazzamento in classifica. Tale norma ha riguardato sia i pony sia i cavalli, fatta eccezione per le categorie Senior Gentleman per le quali era previsto l'ingresso nella rappresentativa Regionale in caso di vittoria del Campionato Regionale di Categoria. 
Quanto sopra per chiarire che non è stata operata alcuna scelta tecnica in difformità dal Regolamento.
Colmata la lacuna di natura regolamentare contenuta nella lettera e chiariti, quindi, gli ampi limiti dello strumento messo a disposizione delle commissioni per operare le convocazioni, passiamo al metodo di valutazione seguito per l’inserimento dei binomi nella squadra. E' prassi comune, da parte dei selezionatori, in linea generale ma non esclusiva, di indirizzare i binomi prescelti su categorie leggermente inferiori a quelle solitamente disputate dai ragazzi, per compensare le difficoltà derivanti da altri fattori, per esempio il fatto che si tratti di una gara a squadre che potrebbe comportare una tensione ulteriore, il saltare in un campo indoor, o semplicemente Il fatto di affrontare un percorso, sì, più basso, ma dai contenuti tecnici di maggiore difficoltà - come sappiamo tutti le insidie di un percorso derivano solo parzialmente dalla sua altezza: complessità del grafico, distanze, fattori ambientali, varietà cromatiche e di forma degli ostacoli. Da qui la richiesta rivolta alla signora D'Angelo di "declassare"  l'allieva nel caso fosse stata selezionata. Al di là della scelta del termine "declassare", forse poco garbato, ma comunemente usato in ambito colloquiale, la risposta affermativa da parte della signora D’Angelo non ha tenuto conto dell’impossibilità da parte della sua allieva  di disputare a Pontedera una categoria H100, avendo lei preso parte a una cat. D115 nel dicembre 2019, che in forza di un dispositivo contenuto nelle “limitazioni alla partecipazione alle manifestazioni federali”,  le avrebbe impedito l’accesso alla categoria H100.
A questo punto, in ragione delle valutazioni tecniche e dei vincoli normativi  non è stato possibile includere l’allieva del Cascianese nella Rappresentativa regionale.
Siamo certi però che il riconoscimento da parte della commissione Pony dei risultati fin qui ottenuti dal binomio, che in questa occasione non hanno avuto il coronamento sperato, saranno continuamente considerati in funzione degli impegni  futuri delle nostre rappresentative. 
Abbiamo omesso di citare il nome dell’allieva perché riteniamo di non doverle riservare un’ulteriore esposizione mediatica, ma le rivolgiamo il nostro  apprezzamento per l’impegno dimostrato e per i risultati raggiunti, ricordandole un piccolo aneddoto che racconta quali rinunce abbiano dovuto digerire grandi campioni dell’equitazione, senza che il loro spirito e la loro passione venissero minimamente  scalfite: Olimpiadi di Roma, 1960, Adriano Capuzzo si appresta a gareggiare nell’individuale. Appena Montato in sella a  The Quiet Man, viene avvicinato dal capo équipe e Presidente Fise, Generale Formigli, che gli impedisce di prendere parte alla gara, in previsione di un ipotetico  infortunio che sarebbe potuto occorrere a un componente della squadra italiana che avrebbe potuto richiedere, eventualmente, il giorno successivo, Il suo subentro  in sostituzione del binomio mancante. Queste le parole con cui Adriano Capuzzo descrisse quel colloquio: “Più andava avanti a spiegarmi, più montava in me un inaudito livore. Non credevo alle mie orecchie. Da roseo che ero, passai rapidamente ad un plumbeo pallore; per il dolore e per la rabbia credo d’essere diventato verde, come il bavero della giacca”. *
Quell’anno la squadra italiana, composta da Piero e Raimondo D’Inzeo e Antonio Oppes, vinse la medaglia di bronzo senza subire infortuni e Adriano Capuzzo rimase sugli spalti a guardare, senza potervi partecipare. Ma da lì in poi, la sua carriera di cavaliere internazionale continuò con sempre maggiori successi!
*Dal libro: Adriano Capuzzo. Scritti, 1970 - 2011
Alessandro Di Marco
Coordinatore Sportivo FISE Lazio

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