L’equitazione di oggi è frutto dell’equitazione del passato, di quei cavalieri che hanno scritto pagine della nostra storia e di chi ha lasciato un segno e, oggi, non può e non deve essere dimenticato.
Una di queste personalità che si è distinta per autorevolezza è senz’altro il Generale Lodovico Nava che non solo ha lasciato quel segno nelle pagine della storia equestre italiana attraverso i suoi numerosi scritti, ma ha contribuito alla formazione dei migliori istruttori. Ricordiamo tra i suoi libri: “Equitazione oggi” (1970), “Il tuo cavallo” (1988), “Il cavallo nel rettangolo” (1999).
Nato a Modena il 19 Aprile del 1929. Il Generale Nava è stato un cavaliere che ha potute vivere la grande emozione di essere parte della squadra azzurra e partecipare ai giochi Olimpici del ’60 a Roma in sella ad Arcidosso, nella disciplina del completo, mentre l’anno precedente, il 1959, ha preso parte ai campionati Europei in sella ad Harroghet.
La didattica è stata però il punto focale della sua carriera equestre, ha infatti dedicato anni e anni alla formazione dei giovani e degli istruttori. Fu tra i primi a tenere un corso annuale dedicato alla formazione degli istruttori ai Pratoni del Vivaro e Dino Costantini lo ricorda come:"un maestro dell’equitazione, il punto di riferimento all’interno del settore formazione della Fise. Un uomo che ha saputo infondere il vero senso sportivo, in grado di arrivare ad una conclusione logica dei problemi sulla base di un ragionamento, e al quale chiedere consigli sui metodi e scambiare idee, sensazioni e impressioni sui cavalli e sul lavoro da svolgere per poterli migliorare".
L’ex presidente Fise e vicepresidente dell’Accademia Caprilli, Mauro Checcoli, lo ricorda nella preparazione olimpica del ‘64 e nonostante la differenza generazionale lo riconosce come: "parte integrante del mondo dell’equitazione moderna", apprezzandone insieme alla Presidente dell’accademia Federigo Caprilli, Giulia Serventi, una sintonia culturale e intellettuale.
A cura di Veronica Putzulu