Francesca Salvadè e Antonella Canevaro portavoce dell'equitazione all'Earth Day capitolino: "Il cavallo è un maestro di sport e di vita. Un responsabilizzatore"
Roma- "L'equitazione ha in sé grandi valori come la socialità, il rispetto per il cavallo, la natura e l'ambiente. Il cavallo è il più grande amico della Terra, ha accompagnato l'uomo nella sua evoluzione e oggi trasmette importanti insegnamenti come il rispetto di se stessi, l'umiltà e il senso di responsabilità. Il cavallo è un maestro di sport e di vita".
Con queste parole, l'atleta paralimpica Francesca Salvadè, rappresentante azzurra a Londra 2012 e Rio 2016, è intervenuta nella Conferenza Stampa di chiusura de "Il Villaggio per la Terra".
L'iniziativa, che fa capo a Earth Day Italia, Movimento dei Focolari e Ministero dell'Ambiente, è parte della più ampia Giornata mondiale della Terra.
L'area del Galoppatoio di Villa Borghese, in particolare, ha ospitato per 4 giorni, in collaborazione con il Coni, un villaggio sportivo, per diffondere soprattutto fra bambini e ragazzi la cultura ambientale.
Attivo sul campo, il Comitato Regionale FISE LAZIO con un'area "Pony Life" che, dietro il coordinamento di Fiona Hollis, ha animato numerosi workshop rivolti ai bambini: Pony App, Pony chef, Emotipony e Battesimo del Pony, sono state solo alcune delle attività che hanno richiamato un eccezionale interesse delle famiglie.
I bambini sono stati guidati nello straordinario mondo del pony attraverso il gioco e alcuni momenti di confronto con le atlete paralimpiche Francesca Salvadè e Antonella Canevaro.
"La disabilità ci sprona ogni giorno a raggiungere le nostre mete. Grazie all'amico cavallo possiamo sognare in grande. Noi siamo atleti speciali e rincorriamo un obiettivo speciale", ha dichiarato Antonella Canevaro, nuova risorsa azzurra del paradressage.
"E' stato fondamentale l'intervento delle atlete del dressage paralimpico Salvadè e Canevaro", ha commentato Fiona Hollis, responsabile del settore ludico Fise Lazio. "Noi abbiamo prediletto una serie di attività che puntasse più sul rapporto con il pony, rispetto al classico giro in sella. Le famiglie hanno recepito immediatamente l'importanza dell'interazione dei loro figli con il pony, inteso come animale d'affezione. In questo contesto - ha concluso la Hollis - la testimonianza della paralimpica si è rivelata risolutiva per diffondere il ruolo del cavallo come "livellatore sociale", come alleato di vita, oltre che di sport. Come essere vivente da amare".