Insieme alla mia compagna di squadra, l’amazzone emiliana Silvia Veratti, sono stata messa “sotto torchio” qui a Oleggio (Novara) dalla coach danese Anette Hilloo, in una vera e propria full immersion in cui il lavoro quotidiano sta diventando una accelerazione finale in vista di questa massima prova agonistica. Sono in un vero e proprio ritiro, in un centro molto isolato, dove ogni tanto mi viene a trovare qualche amico per accertarsi che tutto sia a posto. La cosa positiva è che qui non fa così caldo, anche se per montare ci svegliamo al mattino molto presto ed evitiamo, come è giusto che sia, di lavorare i cavalli nelle ore calde.
Quando partirete per Londra?
Corlord insieme agli altri cavalli della squadra azzurra partirà da Milano il 23 agosto, per arrivare, dopo un paio di soste tecniche per alleggerire lo stress del lungo viaggio il 25 a Londra. Io invece partirò il 24 da Fiumicino con tutta la delegazione paralimpica italiana. Sarà una macchia di azzurro che non potrà non essere notata, e credo sarà una partenza molto emozionante! Le gare si svolgeranno, come per tutti gli sport equestri, in Greenwich Park, dove pensiamo di allestire delle scuderie caratterizzate dal tricolore! E pretendiamo anche che la nostra tifoseria si presenti in tribuna con le parrucche tricolori, ah ah!
Antonella, tu hai già preso parte a Campionati d’Europa e del Mondo: ora cosa significa per te partecipare alle Paralimpiadi?
Questo è il sogno che ha ogni atleta: indipendentemente dal risultato, partecipare alle Olimpiadi è di per sé il raggiungimento della massima aspirazione che si possa avere a livello agonistico. A 15 anni sognavo di partecipare alle Olimpiadi con l’atletica leggera, ci sono arrivata a 51 con l’equitazione paralimpica. E’ veramente un sogno che si realizza, e in una modalità che non avrei certo potuto mai immaginare …
A chi dedichi la tua qualificazione olimpica?
A mio figlio Luca,, che 4 anni fa è volato in cielo … e a Corlord, che è proprio il caso di dire è il cavallo che a Londra mi ci ha portato!