Sono intervenuti l’on. Lorenzo Cesa, Presidente UdC; l’on. Giacomo Troja, Sindaco di Arcinazzo; l’on. Aldo . Forte, Assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio; l’on. Giancarlo Miele, Presidente della Commissione Sviluppo Economico e Turismo della Regione Lazio.
Gli intervenuti, moderati dal Presidente del Comitato Regionale FISE Lazio Giuspeppe Brunetti, hanno sottolineato l’importanza dell’attività riabilitativa equestre in una società che, nel momento attuale, ha necessità di riscoprire i valori della solidarietà e l’attenzione per problemi dei cittadini più’ deboli.
Il Lazio è la prima regione per numero di centri di riabilitazione equestre: ciò nonostante manchi una legge che regoli gli standard dell’attività riabilitativa e ne permetta l’inserimento tra le prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale.
L’importanza e l’efficacia dell’attività riabilitativa equestre è stata evidenziata dalla dottoressa Stefania Cerino, psichiatra e Responsabile del Dipartimento paralimpico della FISE, nonché dal professor Mario Frascarelli, neuropsichiatra infantile e fisiatra dell'Università Roma “ La Sapienza”.
Le associazioni che operano presso le Scuole Federali hanno illustrato i mezzi e i risultati finora raggiunti con l’attività riabilitativa equestre, come provano anche gli studi di numerose Università straniere.
Dopo l’intervento dei relatori, nel pomeriggio, il Centro Equestre Federale di S. Giorgio ha ospitato una dimostrazione di alcune discipline riconosciute dalla Federazione Equestre Internazionale, come il volteggio e la gimkana con gli atleti dell’associazione Il Sagittario di Roma; il dressage, con l’atleta nazionale paralimpica Ada Maria Ammirata; gli attacchi del Centro Sant’Elia di Capranica di Roma e l'Associazione Sughereta San Vito in provincia di Latina. Il carosello dei ragazzi del San Raffaele Villa Buon Respiro di Viterbo ha chiuso la manifestazione.
A tutti gli atleti intervenuti l’associazione Social Horse ha offerto una targa ricordo.
Il sentito ringraziamento del pubblico presente è andato alla Social Horse, che ha dato l’occasione non solo di “ascoltare” ma di “vedere “ con gli occhi e con il cuore ciò che la riabilitazione equestre ha il potere di fare per tutti.