Schermata 2017-08-14 alle 23.32.37Il Comitato Regionale Lazio augura un buon Ferragosto a tutti i tesserati e appassionati del nostro meraviglioso sport.
A chi in questi giorni è in vacanza, a chi è impegnato nell'attività agonistica e a chi è a casa a tenere in attività i propri cavalli, alcuni spunti di riflessione tratti dal libro "Il Cavallo e il Cavaliere" di Fabio Mangilli (1911-1986), cavaliere olimpionico, giudice internazionale, commissario tecnico delle rappresentative italiane alle olimpiadi del 1956, 1964, 1984.

Ogni cavaliere è perfettibile e deve accettare l'idea di perfezionarsi continuamente.
Più le conoscenze e l'esperienza aumentano, maggiore è la facoltà d'individuare i propri difetti e di sapere come correggerli.
Per praticare una buona equitazione non si può prescindere da una corretta posizione in sella.
A cavallo non si debbono fare azioni o gesti superflui. Se sono superflui non sono solamente inutili ma sempre dannosi.
È utile imporsi un'autocritica non compiacente.
Sono da evitare le facili illusioni come l'aspirare al raggiungimento di successi che sono al di là delle proprie possibilità del momento, cercando invece progressi limitati, graduali e continui.
L'equitazione è uno sport bellissimo, qualche volta diventa un'arte, ma per arrivare a tanto il cavaliere deve lavorare in umiltà, cercando di capire prima di chiedere, di sentire prima di farsi sentire.
L'equitazione è anche uno sport che può lasciare via libera alla presunzione e alla confusione tra l'abilità del cavaliere e i meriti del cavallo. In altre attività l'errore viene riconosciuto per la mancanza del risultato positivo e rimane a testimoniare d'essere stato commesso.
In equitazione l'errore dell'uomo spesso viene assorbito dal cavallo che non ne evidenzia le conseguenze e chi lo ha commesso spesso non se lo rimprovera né lo ammette, per presunzione congenita e ignoranza specifica. Non riconoscendo l'errore non ci sarà alcun tentativo per evitare di ripeterlo. Negli altri sport l'uomo corre, salta, lancia con i soli propri mezzi; nessuno lo aiuta e viene valutato dal cronometro e dal metro.
Non è saggio né utile al cavaliere farsi delle illusioni quand'è aiutato da qualche buon cavallo generoso, ma gli conviene piuttosto riconoscere i propri limiti e lavorare con impegno per cercare di elevarli.

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