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La Corte di Arenaro: la storia
Nel 1926 la grande tenuta di Torre in Pietra, di proprietà dei conti Albertini e Carandini, iniziava i suoi ambiziosi progetti di bonifica.
L'aspettava un territorio da canalizzare, dissodare, da seminare e su cui costruire cascine, stalle e casali dove accogliere i nuovi pionieri che avrebbero popolato quelle stesse colline che videro il fiorire della cultura etrusca e romana.
Tra il 1935 e il 1946 vennero costruiti almeno una dozzina di centri aziendali nella tenuta e i lavori furono affidati a famosi e valenti architetti.
A costruire il centro aziendale della tenuta di Torre in Pietra fu chiamato l'architetto Michele Busiri Vici.
A lui si deve la realizzazione del fronte Casale, adibito ad abitazione colonica per gli operai del'azienda, e del Casale del Fagocchiaro, destinato originariamente a falegnameria.
Da qui il nome attuale "Fagocchiaro" che chiaramente richiama al falegname che vi lavorava, attento alla realizzazione del fagocchio (il carro di legno per il bestiame).
Il progetto iniziale di Busiri Vici fu poi ampliato dall'opera di Pierluigi Nervi che diede vita ad una sala originalissima, nella forma, nelle dimensioni e nei volumi, di oltre 600 mq, adibita inizialmente ad officina meccanica di riparazione dei trattori aziendali.
Intorno agli anni 80, la proprietà dei locali passò al Gruppo Cirio che iniziò qui l'attività di imbottigliamento del latte a marchio Torre in Pietra.
La Sala Nervi fu trasformata in stabilimento di produzione e il Casale del Fagocchiaro in una grande cella frigorifera dove il latte che veniva confezionato veniva anche conservato prima di passare alla grande distribuzione.
L'attività proseguì fino agli anni 90 quando i locali vennero abbandonati, gli stabilimenti chiusi, il marchio venduto.
Dopo circa tre anni di lavori di ristrutturazione, durati dal 2000 al 2003, la struttura, rilevata dalla famiglia Scorsolini, è stata resa idonea per i suoi grandi spazi all'organizzazione di eventi ed è ora conosciuta con il nome di "La Corte di Arenaro".
Il nome rievoca proprio le origini del posto, in particolare la notevole quantità di sabbia "arenaria" sopra cui fu costruito l'intero centro a seguito della bonifica degli anni Venti.