Ieri abbiamo ricordato Marco ai Pratoni del Vivaro, circondati dalla quiete solenne del paesaggio maestoso. Le verdi colline a fare da sfondo al rito che stava per compiersi, il campo verde allestito per l'insolita occasione, le tante persone presenti: la grande comunità equestre della regione, eterogenea e coesa.

 

Sembrava una magia: un pomeriggio con un sole meraviglioso che esaltava ancora di più lo splendido prato del campo Posillipo, tantissimi amici di Marco che hanno riempito le tribune e il parterre, un’organizzazione curata in ogni minimo dettaglio da parte di volontari coordinati dal direttore del CEF Deodato Cianfanelli e da Carlotta Blasi. Insieme a loro, accompagnati dalla musica tanto amata da Marco, con il Presidente FISE Marco di Paola, il Direttore Sportivo Francesco Girardi, il cavaliere Marco Cappai e altri, lo abbiamo ricordato, narrando aneddoti e curiosità, distillando l'essenza dell'anima della persona e del professionista. 

 

Filippo Maria Grispini e Costanza Querini hanno scandito i tempi della commemorazione, non senza difficoltà nell'imbrigliare l’irrefrenabile commozione.

Foltissima la rappresentanza federale, con il Segretario Generale Simone Perillo, il direttore amministrativo Domenico Landi, i collaboratori Fise e i Consiglieri e collaboratori FISE Lazio. 

 

Mi restano impresse alcune immagini: Mauro Checcoli che prende il microfono portando con sé la borsa usata alle Olimpiadi di Tokyo '64, promessa a suo tempo a Marco e donata ieri alla figlia Camilla; le allieve e gli allievi della Scuderia Fonte Bianca compostamente schierati, in divisa, che trattengono con forza l'emozione, insieme alla loro Istruttrice Andrea Siniscalco; le mille sfumature della commozione sui volti delle persone in fila silenziosa e ordinata per l'ultimo saluto a Marco.

 

Il ricordo di Marco resterà nei cuori di tutti noi e sarà d'ispirazione nel portare avanti la nostra passione: siamo tutti eredi di un grande patrimonio di umanità, sensibilità ed impegno ma anche di sincerità, lealtà e schiettezza.

 

Era solito chiudere i suoi scambi epistolari con la celebre frase di Steve Jobs: “stay hungry stay foolish” alla quale, con orgoglio, è sempre rimasto fedele. 
 
Carlo Nepi

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