“Mi hanno chiesto di scrivere due righe in ricordo di Gianni Gusci e, vi confesso con grande commozione, ci provo. Tutti sappiamo di aver perso un personaggio cardine del nostro sport la cui competenza e assoluta generosità ci mancherà come l’aria, ma io voglio parlarvi di altro. Io ho perso un grande, caro, sincero amico e, adesso, questa è la cosa più importante. Tempo fa cercavo di spiegare ai miei figli cos'è l’amicizia, poi hanno conosciuto Gianni, hanno visto il nostro rapporto e hanno capito.
Amicizia è aver lavorato assieme nelle situazioni più disparate, dalle gare di grande prestigio a quelle così improvvisate da farci venire voglia di scappare. Aver faticato, esserci anche innervositi, aver litigato ma, poi, aver sempre finito con un abbraccio e i sinceri reciproci complimenti. Non ho mai visto l’ultimo cavallo di una gara saltare l’ultimo ostacolo senza immediatamente vedere Gianni che mi correva incontro con il suo burbero sorriso.
Amicizia è, alla sera, dopo una lunga giornata di lavoro, fermarsi a tavola in chiacchiere e, dopo aver sviscerato tutto quello che c’era dai dire sui percorsi, cominciare a parlare delle nostre vite private, delle nostre emozioni, dei nostri sentimenti. Ed emozionarsi sempre nel capire che riuscivo a raccontare a Gianni cose che facevo fatica a dire anche a me stesso. Emozionarsi nello stare accanto a una persona che così come non conosceva limiti nelle sue passioni e nel suo lavoro, allo stesso modo non conosceva limiti nell’amare e nell’essere amico. Fortunati tutti quelli che, come me, hanno avuto la fortuna di incontrarlo!
Amicizia è dopo aver parlato di amori, delusioni, gioie, all’improvviso dirsi che, forse l’oxer n° 4 andava reso più invitante.
Amicizia è andare assieme a vedere i WEG in Francia e ridere a crepapelle perché Gianni voleva ordinare in un ristorante francese l’abbacchio a scottadito.
Amicizia è arrabbiarsi perché non partecipava mai alle cene ufficiali e poi, il giorno dopo capire che lui era così e poteva dare tantissimo pur rimanendo apparentemente nell’ombra. Infatti tutti lo conoscevano e tutti lo apprezzavano.
Mancherà a tutti l’appassionato istruttore e il bravissimo disegnatore di percorsi ma, a me, e sono certo ad altri fortunati, mancherà qualcosa di più.
E adesso… UNA GRAPPA E UN AMARO, PER FAVORE, CHE DEVO BERE CON IL MIO AMICO!"