A due giorni dalla conclusione dell’87° CSIO di Roma, quale Direttore Sportivo del Comitato Regionale Fise Lazio, mi sento in dovere di sottolineare alcuni aspetti di questa edizione  che, a mio avviso, più che mai è riuscita ad integrare l’eccellenza con la base.

Come sempre si è trattato di un momento  di aggregazione sportiva che definirei magico. Guardando il tutto con l’occhio della Regione non è stato difficile rendersi conto del grosso coinvolgimento di nostri tesserati, tecnici, giudici, referenti regionali ed altre figure, tutti appassionatamente partecipi di questa storica kermesse.

Tante le soddisfazioni sportive che non sto qui a ripetere, considerato che i risultati di rilievo sono stati ampiamente descritti e giustamente enfatizzati dalla stampa ed i mezzi di comunicazione federale.

Ciononostante non posso non tornare sui fantastici risultati di Luca Marziani, ormai da tre anni a livelli di massima eccellenza internazionale con il suo Tokyo du Soleil, di Paolo Adorno che in questo fantastico anno ha ottenuto le sue meritatissime e migliori  performances agonistiche di sempre con FER Z G, di Edoardo Fochi, altro cavaliere romano, che ancora una volta e per la seconda volta consecutiva ha incantato il pubblico di Piazza di Siena, sfiorando la vittoria della coinvolgente categoria “Sei barriere” con il suo quindicenne Qaro Dan.

Mi piace soffermarmi su questi tre risultati poiché, seppur ben differenziati sotto il profilo del loro significato tecnico, hanno un comune denominatore rappresentato da passione, competenza, costanza, grinta e determinazione dei cavalieri. Mi piace sottolinearlo per i nostri giovani cavalieri e per le loro famiglie quale esempio da seguire nella certezza che lo sviluppo e l’applicazione di quelle doti, evidentemente, premia sempre. Tutti e tre sono artefici della formazione dei propri cavalli e tutti e tre sviluppano la loro equitazione con il culto del massimo rispetto per il loro cavallo. Solo questo approccio di serietà, competenza e rispetto può permettere di raggiungere i massimi livelli, di mantenerli e di concretizzare la migliore longevità atletica dei cavalli.  Tutto ciò, unitamente al genio italico che spesso permette di raggiungere grandi risultati con l’investimento di limitate risorse, non può e non deve sfuggire ai nostri giovani cavalieri che, anch’essi, sostenuti dalla grande passione propria e delle loro famiglie hanno ottenuto nell’occasione  risultati che definirei decisamente edificanti. Bellissimi per stile e condotta i cinque componenti della squadra laziale impegnata nella Coppa del Presidente; hanno sfiorato la medaglia con il loro quarto posto, ma hanno anche centrato l’obiettivo di una partecipazione estremamente dignitosa in linea con i migliori principi tecnici e sportivi. Parimenti nulla da eccepire alle prestazioni offerte dagli under 16 presenti “in massa” e di tutti coloro che si sono cimentati nelle categorie Challenge nell’ambito delle quali è arrivata addirittura la vittoria del laziale Gualtiero Nepi, bella espressione dell’attività formativa della Scuola di Equitazione Federale della Leia.

Un'altra vittoria significativa è giunta dall’ormai noto “Pony City” del nostro Comitato, realizzata concettualmente e materialmente dalla Commissione Ludica del Lazio interamente schierata in Piazza di Siena in sinergia con le forze federali che, come consuetudine, ha permesso a centinaia di bambini di avvicinarsi al cavallo nel rispetto di un garbo e di una cultura che sin dall’inizio non devono essere lasciate al caso.

Insomma in conclusione ed in sintesi vorrei rappresentare la mia personale soddisfazione di appassionato del nostro sport e di Direttore Sportivo di un Comitato Regionale nell’aver potuto constatare personalmente il trionfo dello sport e dei suoi valori nello storico contesto di Villa Borghese concretizzato da tutti i nostri tesserati coinvolti nei diversi ruoli. Quelli che portano alle luci della ribalta e quelli che svolti dietro le quinte permettono ai primi di esistere. A tutti, i miei sinceri complimenti !

Marco Reitano

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