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A cinque mesi dalla circolare attuativa NON DPA, ecco i primi numeri.

 

È stata pubblicata una risoluzione del Parlamento europeo di marzo 2017 che suggerisce agli Stati membri indirizzi interessanti nei confronti degli equini.

Unica nota stonata, il trattamento della destinazione finale, in cui propone di favorire il reinserimento nella catena alimentare dei cavalli già dichiarati NON DPA (link)

Invece va avanti a pieno regime e con riscontri positivi il lavoro della Federazione Italiana Sport Equestri, e in particolare del Dipartimento Veterinario, in attuazione dell’art. 33 Libro 1 del Regolamento Generale, che prevede l’obbligatorietà della dichiarazione finale di cavallo NON DPA (non destinato alla produzione alimentare) per tutti i cavalli atleti che prendono parte all’attività sportiva sotto l’egida della FISE.

A circa cinque mesi dall’emanazione della circolare sono 159 i proprietari dei cavalli atleti segnalati, a seguito di controlli, per non aver ancora modificato la dichiarazione finale nel proprio passaporto. Oltre 30 (dei 159) sono invece quelli che hanno già regolarizzato la propria posizione variando la destinazione finale in “non dpa”.

Nonostante per la maggior parte dei casi il periodo a disposizione per la modifica della dichiarazione di destinazione finale (120 giorni dal controllo) non sia ancora scaduto, il dato che incoraggia la Federazione relativamente al lavoro intrapreso, tra l’altro in discontinuità con i Regolamenti FEI che non impongono alcuna scelta e su un tema dove non esiste alcuna previsione della Legge italiana, è che sono diverse le richieste pervenute per rilascio della documentazione per il passaggio a non dpa da parte di altrettanti proprietari di cavalli. Sono solo 3 i cavalli il cui tesseramento risulta bloccato per mancata modifica della destinazione finale (guarda link di dettaglio).

“Siamo soddisfatti – ha detto il Presidente della FISE Marco Di Paola – del lavoro intrapreso dalla nostra Federazione per evitare che i cavalli atleti che svolgono attività sportiva sotto l’egida della FISE possano rischiare di finire la loro carriera nei macelli. La coraggiosa politica intrapresa dal Consiglio federale di avvicinamento e sensibilizzazione dei proprietari che non avessero ancora intrapreso questa scelta responsabile sta portando i suoi frutti.  Purtroppo i tanti cavalli segnalati, anche ad alto livello agonistico,  dimostrano che i cavalli DPA in FISE erano una realtà! Di sicuro, il nostro Consiglio federale non si fermerà nell’opera di sensibilizzazione, ma intraprenderà anche azioni concrete per assicurare una dignitosa pensione ai cavalli atleti e per trovare una collocazione utile ai cavalli atleti anziani che ancora possono collaborare con i tanti appassionati, soprattutto se affetti da disagi fisici, psichici o sociali.”

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