Albino-fotovagnozzi"I cavalli in primo piano: nel segno della passione, del rispetto , della professionalità, della programmazione, della disciplina, della serietà ma anche dell'amicizia. La notizia della scomparsa di Albino è arrivata come una di quelle bombe d'acqua che sempre più frequentemente sconquassano in pochi minuti giornate in cui tutto  si può pensare meno che al maltempo.


Incredibile ma vero:  Albino se ne è andato.  Lo ha fatto con il suo stile di sempre, mettendosi  da parte in punta di piedi. La notizia, potenza dei social, si è diffusa in un battibaleno. Non c'è voluto molto per amplificare attraverso i messaggi di tanti  (cavalieri olimpionici e dilettanti, gente di cavalli di tutti i generi, amici di data e recenti, personalità di rango e semplici appassionati, allievi, genitori) il dolore e la commozione che ha suscitato la sua scomparsa. Proprio ora, a pochi giorni dalla data in cui, forse  finalmente chiusa una abominevole pagina di mala gestione e dopo anni di abbandono, il Centro Equestre Federale dei Pratoni del Vivaro si appresta ad ospitare nuovamente gare di completo.
Pensare al CEF senza Albino, lavoratore  straordinario impegnato a 360° su mille fronti per il funzionamento della perfetta macchina di questo straordinario impianto, ma  contemporaneamente   indiscutibile gentleman, sembra impossibile .. Solo una grande tristezza ...
Ai Pratoni era arrivato, da Padova insieme all'inseparabile Gianni Nicolè. Era il 1959: la vigilia delle Olimpiadi di Roma  e il momento della nascita di questo luogo pieno di fascino  che tra  Saggi delle Scuole, corsi istruttori, preparazioni olimpiche, stages, e gare di ogni genere per un range di partecipazioni  che va dalle prove pony ai massimi grandi eventi internazionali,  è stato una sorta di "fabbrica delle emozioni" per quanti, da allora ad oggi , hanno fatto o continuano a far parte della grande famiglia dell'equitazione italiana.
Albino al CEF ha dedicato la sua vita. Sessant'anni o giù di lì  passati con una inesauribile voglia di lavorare. sempre per  fare  il meglio, per cogliere con grande modestia da chiunque gli fosse accanto (da maestri dell'istruzione quali il marchese Mangilli e il col. Manzin, a veterinari, maniscalchi, uomini di scuderia, cavalieri, allevatori, tecnici..) motivi di interesse per incrementare il suo straordinario bagaglio culturale di uomo di cavalli. Un patrimonio di esperienza  che metteva generosamente a disposizione di chiunque.
Era un uomo di grandi vedute e eccezionale altruismo: due doti molto rare.  Schivo e riservato non concedeva facilmente "confidenza" ma nel momento del bisogno  era sempre il primo in pista. Nel suo ruolo di capo-scuderia nelle missioni olimpiche – incarico che ha ricoperto da Tokyo a Sydney per un arco temporale di nove quadrienni olimpici  con eccezione di Mosca – era ineccepibile. Ho avuto la fortuna di seguire da giornalista sette  edizioni dei Giochi e posso assicurare che le scuderie azzurre erano sempre e unanimemente   indicate come le meglio organizzate.  Nella rituale vista organizzata per la stampa il passaggio tra i corridoi dei box italiani era d'obbligo : non un filo di fieno fuori posto....agarbariCrossAtene-vagnozzi
Il rapporto e l'attenzione che Albino dedicava ai cavalli era assolutamente pari a quello che dedicava ai cavalieri e ai suoi compagni di lavoro.  Il buon cibo, la presenza nei momenti difficili, la grande disponibilità sempre. Si perché al di là di tutta la capacità professionale, l'umanità di Albino era in definitiva la sua dote più sorprendente. Inimmaginabile inizialmente, ben celata   da quel suo aspetto così burbero e schivo.
La sua grande realizzazione l'ha ottenuta  come course-designer: questo lo sanno tutti. Pochi invece sono al corrente però di quanto sia stato difficile farlo recedere dall'idea di non essere all'altezza della situazione quando si è prospettata la possibilità di mettere la sua firma su percorsi di massima levatura  quali quello dei mondiali dei WEG di Roma. Il suo nel mondo internazionale del completo è stato un  percorso di grande successo  ma certamente anche molto difficile. Se lo è costruito con grande semplicità (superando anche il non indifferente scoglio delle lingue) con una grande energia,   facendosi spazio solo ed esclusivamente per meriti sul campo. Molto più difficile di quanto si possa pensare... .
Il momento top della carriera è stato ai Giochi Olimpici di Atene. Un course designer italiano: tanto di cappello signori!  E che successo.
Così commentava la stampa specializzata internazionale il suo percorso del cross olimpico di Atene:
"Albino Garbari, che già nel '60 a Roma aveva iniziato la sua carriera di course designer lavorando alla costruzione del cross dei Giochi Olimpici di Roma, ha realizzato un vero capolavoro. In una zona totalmente pietrosa, dove il giallo ed il marrone erano colori dominanti, è stata creata una pista in erba con un fondo invidiabile. Una lingua verde smeraldo che, snodandosi come un grande serpentone in uno spazio decisamente limitato,  è costellata da salti ben costruiti e molto ravvicinati".
E bisogna anche ricordare che quel percorso fu il primo della nuova era del completo (eliminazione dello steeple e riduzione della lunghezza delle marce) realizzato  peraltro in un'area di dimensioni ridotte con una coreografia dei salti veramente mozzafiato. Con lui un team tutto italiano (Francesco Finocchiaro, Paolo Gavini, Danilo Maestrello) e il giovane course dedign greco Nikos Costaras.albinoGarbariAtene-vagnozzi
Albino mi piace ricordarlo con la sua aria fiera e soddisfatta proprio  nelle foto che ho scattato allora: il gruppo nelle scuderie di Atene e le immagini dei suoi meravigliori salti  nel giro di apertura del cross country. Capolavori di tecnica e di perfezione di cui andare fiero.
Tornando a casa oggi dopo il funerale dai Pratoni ho spaziato con lo sguardo a sinistra oltre le reti del CEF sullo stradone del Vivaro. Il risultato del lavoro del gruppo di appassionati che si sono adoperati  per la rinascita del CEF è tangibile. Splendida impresa. Albino era finalmente di nuovo felice....
Ogni pennellata di  marrone in quella splendida tavolozza di sfumature di verde firmata dalla natura parla e continuerà a parlare di lui.
Ciao Albino, grazie per quanto hai fatto  e per l'amicizia e l'affetto  hai saputo darci!  La tua puntuale telefonata di buon Natale mi mancherà tantissimo!"

Caterina Vagnozzi

(Nella foto di gruppo-scattata da Caterina Vagnozzi: Albino Garbari, Francesco Finocchiaro, Paolo Gavini, Nikos Costaras, Danilo Maestrello).

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